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CAT_IMG Posted on 2/11/2013, 13:07     +1   -1
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Le Origini dell'Universo

Cap1.0 - Il Vuoto:

Il principio di tutto era il Caos, l'insieme di tutti gli elementi senza ordine e senza distinzione e forma al di là del tempo e dello spazio, dal quale all'improvviso, per una forza ignota, cominciarono a separarsi tutti gli elementi.

...Così nacque l'universo...

Da quel momento, per un tempo infinito ed oscuro, l'universo rimase vuoto e l'entità che l'aveva generato iniziò a prendere coscienza di se, dei suoi poteri e dei modi diversi in cui avrebbe potuto utilizzarli.
Iniziò a pensare e sperimentare, cercando di capire cosa fosse "giusto" e cosa "sbagliato", cosa fosse "bello" e cosa "brutto", cosa fosse "piacevole" e cosa "sgradevole".
Fu questa l'origine del bene e del male, prima ancora che i mondi nascessero e che le stelle brillassero.

Accadde lentamente. L'universo iniziò a popolarsi e a non essere più vuoto.
Ma questa affermazione è errata, forse, sarebbe più corretto dire che il vuoto iniziò a ridursi. Ma non scomparve mai, proprio come accade a tutte le cose infinite.

Nel vuoto l'entità gettava tutti gli scarti dei suoi esperimenti, tutti i suoi progetti incompleti e mal riusciti. Tutto ciò che reputava essere "male" tornava al vuoto e diveniva nulla, come se non fosse mai esistito. Ma egli stesso era nato dal vuoto e se il vuoto aveva potuto generare una tale entità, chi sa cos'altro avrebbe potuto generare.
Soprattutto, dopo esser stato nutrito da tutti gli "scarti" che l'entità gli forniva, quasi regolarmente, durante il corso del suo apprendimento.

...Ma questa è un altra storia ... (o forse no!?) ...

Così l'entità nel corso di un tempo indefinito, crebbe e divenne saggia, manipolò gli elementi creando enormi globi infuocati, di questi, alcuni restarono tali e vennero chiamati "stelle" altri, si raffreddarono e mutarono fino a diversificarsi l'uno dall'altro e vennero chiamati "pianeti". Le stelle divennero dispensatrici di luce e l'entità le dispose sistematicamente intorno ai pianeti creando così le galassie.
Inoltre per sperimentare cosa sarebbe accaduto su ognuno di loro al mutare della disposizione iniziale che aveva progettato, mise il suo progetto in uno stato di moto infinito e restò a guardare cosa sarebbe accaduto di li in poi alle sue creazioni.
Il vuoto, fu così dimenticato mentre lentamente, l'esperimento dell'entità portava a un nuovo risultato: La Vita!



Edited by Leon Leonheart - 18/11/2013, 10:20
 
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CAT_IMG Posted on 18/11/2013, 10:21     +1   -1
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Cap2.0 - Il Multiverso:

Non passò molto tempo dall'avvento della vita che l'entità prese a farsi nuove domande. Si chiese di fatti cosa sarebbe accaduto se alcuni fattori fossero cambiati nel progetto che aveva generato questo universo. Si chiese se la vita ci sarebbe mai stata, se sarebbe mutata in qualcosa di diverso o se semplicemente, tutto sarebbe stato uguale.

Fu così che da quel singolo ed infinito universo, ne creò uno simile, quasi identico ma per nulla uguale. Cambiò delle variabili e prese a studiarne i cambiamenti, ma i risultati non erano soddisfacenti per un entità tanto curiosa e capace di simili esperimenti.

Fu per questo che generò una nuova regola che aggiunse alla gestione di questo suo colossale progetto, proprio come accaduto per altre regole (ad esempio quella del moto e della gravità) precedentemente studiate e ideate allo scopo di rendere più interessanti i suoi studi.

La regola del multiverso stabilisce che: Qualora un evento possa avere più di un esito, verranno generati tanti universi paralleli quanti sono i possibili esiti dell'evento ed in ognuno di essi l'evento avrà uno dei possibili esiti così che possano verificarsi tutti. Ciò è valido per ogni evento, grande o piccolo che sia avvenuto in uno degli universi già esistenti.
Tuttavia, ogni universo è isolato dagli altri e non vi è possibilità alcuna di passare da un universo all'altro in modo naturale e casuale. Ovvero non esiste, in natura, evento alcuno capace di generare un passaggio tra i vari universi se non tramite la volontà dell'entità.

Da quel momento, l'entità era l'unica costante per ogni universo che si andava creando.
L'unica in grado di passare da un universo all'altro a suo piacimento.
L'unica che restava sempre se stessa da qualsiasi universo la si osservasse.
L'unica in grado di osservare quel progetto da qualsiasi angolazione desiderasse.

Aveva generato infiniti universi.
Aveva il potere di gestirli.
Aveva la possibilità di osservarli.

Ma non aveva nessuno con cui condividere il suo potere, le sue idee e le sue scoperte.
In un luogo in cui aveva creato infiniti universi, gestito intere galassie e generato la vita.
L'entità aveva scoperto cosa fosse la solitudine.

 
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